Sentirsi liberi di essere felici: le “scintille di futuro” di Alfonzina
E da quel giorno tutti coloro che vennero ospitati nella terrazza, bagnandosi in quel mare, si sentirono liberi di essere felici e contenti.
Si conclude così il libro “Il Principe Blu e la Stregaccia Levaforze Ammazzamuscoli”. Sono passate undici estati dal 3 agosto 2015, il giorno dell’inaugurazione della prima spiaggia attrezzata per persone anche con gravi disabilità. Oltre 1.700 ospiti, provenienti anche dall’estero, hanno usufruito gratuitamente delle spiagge di Io Posso, ora diventate quattro nel Salento.
Tra loro, Andrea, Rosa, Marcella, Nicola e… Giuseppe. Giuseppe è un giovane di Airola, in provincia di Benevento. Studiava medicina ma il suo cuore un giorno ha iniziato a battere diversamente e lo ha costretto in stato vegetativo. È venuto per la prima volta a San Foca nel 2019 con la sua mamma Alfonzina.

Alfonzina – con la Z, mi ha precisato una volta – è una donna minuta, ma quando la incontri ti rendi conto che la sua presenza riempie lo spazio. È rimasta improvvisamente vedova in giovane età e da allora cresce da sola i suoi due figli. Dal 2015 Alfonzina e Giuseppe vivono delle lunghissime giornate in un delicato equilibrio tra assistenza, cura e speranza. La sua non è una vita semplice. Spesso, troppo spesso, non ha un sostegno sanitario adeguato e gli interventi che riceve non sono all’altezza delle necessità di un figlio che richiederebbe cure continue e dedicate.
Alfonzina e Giuseppe vengono ogni anno nel Salento. L’ultima volta sono venuti accompagnati dal camper di Io Posso, perché sarebbe stato impossibile per loro affrontare il viaggio in auto come gli altri anni. Alfonzina dice che quando sono nella spiaggia di San Foca dimenticano i loro problemi e lei sente meno il carico dell’assistenza. Non sente il peso dei soliti passi delle giornate, non sente la solitudine che impone la malattia da oltre dieci anni. Ma si sente in famiglia. Sente di poter condividere quel peso anche se solo per poche settimane. Sente di potersi raccontare e di trovare occhi e orecchie capaci di riconoscere e accogliere ogni singola emozione che trapela dalle sue parole, dai suoi gesti e anche dalle frasi che spesso lascia a metà.
L’anno scorso si è offerta ad organizzare in Campania una delle cene di raccolta fondi a sostegno delle spiagge di Io Posso. Le cene organizzate annualmente in diverse città d’Italia sono eventi importanti per l’associazione 2HE, che ha bisogno di fondi per sostenere i costi dei servizi erogati gratuitamente.
“Giorgia, siamo arrivati a 160 invitati,” mi ha detto in tono dimesso lo scorso anno, mentre mi raccontava i dettagli dell’organizzazione della cena. Ho pensato subito si fosse sbagliata. “Le giornate sono faticose e pesanti, avrà sbagliato a contare,” mi sono detta. Non mi sembrava possibile: in tante edizioni delle nostre cene siamo arrivati a quella cifra solo un anno a Lecce.
E invece, nel 2024, alla cena di Alfonzina hanno partecipato 167 invitati. Quest’anno invece Alfonzina non è riuscita a dire di no ai tanti amici che ancora più numerosi volevano prender parte alla sua serata. Ha chiuso, quindi, con ben 227 invitati! Per la gioia dei camerieri del ristorante che hanno fatto le piroette tra i tavoli durante la serata.
Alfonzina ha voluto gestire personalmente le prenotazioni, i pagamenti, l’allestimento. Si è fatta aiutare da Teresa e da un paio di care amiche di suo figlio. Sono voluta andare personalmente a ringraziarla, ma soprattutto ad assistere alla bellezza del vortice di solidarietà e di affetto che quella piccola donna di muscoli, nervi e dal grande cuore è riuscita a generare.
In quell’unica sera dell’anno, Alfonzina si è data per la seconda volta il permesso di lasciare Giuseppe tra le mani fidate di un’assistente. Conosco bene la fatica di questa concessione. Mi ha emozionata vederla chiacchierare tra i tavoli, ricevere l’affetto e il calore che i suoi amici vorrebbero concederle nella quotidianità quando lei e Giuseppe sono chiusi tra le mura della loro grande casa.
Il tema della cena di quest’anno è stato “Scintile di futuro”, rappresentato anche in una palla di ceramica che Alfonzina ha riprodotto per allestire la sala.
Alfonzina alimenta ogni giorno quella scintilla da tanti anni. È la prova che, quando qualcuno accende una luce, come ha fatto Gaetano per la prima volta, altri possono tenerla accesa.
Nel buio delle sue giornate, Alfonzina continua, con perseveranza e dolcezza, a tenerla accesa, la scintilla, per sé, per Giuseppe, per l’altro suo figlio Gabriele e per le tante persone che anche grazie a lei potranno fare il bagno la prossima estate e sentirsi liberi di essere felici.
Giorgia Rollo
Giorgia Rollo è cofondatrice e presidente dell’Associazione 2HE – IO POSSO. Con Paola Pasquino, è autrice del libro “Il Principe Blu e la Stregaccia Levaforze Ammazzamuscoli. Un libro per parlare ai bambini di SLA e felicità”, una fiaba illustrata che racconta la storia di Gaetano Fuso, marito di Giorgia, della sua malattia e della fondazione della prima spiaggia accessibile e attrezzata a San Foca in provincia di Lecce, in Puglia.
Il progetto Io Posso nasce da un’idea di Gaetano Fuso con l’obiettivo di promuovere iniziative per consentire a chi è affetto da disabilità di migliorare la propria qualità di vita. Tra le iniziative di Io Posso, la terrazza “Tutti al mare”, un accesso al mare attrezzato per ospitare disabili motori, sorto nella splendida cornice salentina di San Foca (Marina di Melendugno, Lecce). Ad oggi, Io Posso gestisce tre ulteriori spiagge accessibili e attrezzate in Puglia, a Gallipoli, Porto Cesareo e Torre Lapillo.
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