Il Consiglio di Cooperazione: cos’è e perché è utile?
Per mantenere coeso un gruppo, tutti gli individui devono essere riconosciuti nella loro unicità ed essere ascoltati, compresi e sostenuti. In particolare, il riunirsi in cerchio crea un clima sicuro per la gestione dei conflitti e la ricerca di una soluzione, con la collaborazione di tutti. Il Consiglio di Cooperazione, pensato da Danielle Jasmin, è un’occasione periodica dove le persone possono incontrarsi e convivere democraticamente e pacificamente, come ci viene spiegato nel libro “Come pesci in un acquario. Migliorare le relazioni nei gruppi educativi con il Consiglio di Cooperazione” di Paola Cosolo Marangon e Mauro Pucci.
Cos’è il Consiglio di Cooperazione
Il Consiglio di Cooperazione è adatto a gruppi stabili nel tempo e può essere utilizzato in diversi contesti formativi, come risposta ai particolari bisogni educativi delle persone che vi partecipano. In particolare, incoraggia ogni partecipante a diventare attore responsabile nella risoluzione dei conflitti del gruppo. Sollecita a congratularsi a vicenda, a parlare di ciò che va bene e non va bene esprimendo i propri bisogni con sincerità e rispetto, oltre che ad ascoltare il punto di vista dell’altro. È caratterizzato da regole chiare e conosciute da tutti i partecipanti. Il conduttore è riconosciuto come il garante delle regole e delle procedure e non ha un immagine di autorità, perché tutti durante il consiglio hanno lo stesso valore. Inoltre, si condivide un patto di riservatezza.
I suoi punti di forza
Il ritmo del Consiglio di Cooperazione è noto e prevedibile. È caratterizzato da rituali, quali:
- la cadenza periodica del consiglio
- la disposizione a cerchio
- il susseguirsi di precise fasi: “congratulazioni” (si condividono eventi positivi che riguardano il gruppo), “critiche” (ci si concentra sui momenti negativi vissuti nella settimana), “argomenti” (si pensa a soluzioni per risolvere gli squilibri del gruppo) e “decisioni” (si scelgono attività di gruppo da svolgere insieme).
- il tempo complessivo di svolgimento non deve mai superare i 60 minuti
La struttura rituale è efficace poiché riduce l’ansia e contiene l’impulsività e la rabbia, rallentandone l’escalation. Le regole dunque scandiscono le sequenze del consiglio e pongono dei limiti prevedibili dai partecipanti. Inoltre, tutto il gruppo si aspetta che la ritualità venga garantita dal conduttore.
Effetti positivi del Consiglio di Cooperazione
Il Consiglio di Cooperazione permette di maturare competenze relazionali quali l’ascolto, l’assertività, la responsabilità, l’integrazione degli aspetti positivi e negativi, l’autostima, la gestione dell’impulsività, l’empatia, l’intelligenza emotiva e la gestione dei conflitti, attraverso la cooperazione.
Ma, considerato come un momento isolato, il Consiglio di Cooperazione potrebbe essere controproducente per l’intero gruppo, perché suscita in chi vi partecipa delle aspettative che possono realizzarsi solo come conseguenza di un lavoro continuo e collettivo. Per portarlo in contesti educativi, dunque, è necessario armarsi di pazienza e costanza, in modo da renderlo una consuetudine all’interno del gruppo.
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Migliorare le relazioni nei gruppi educativi con il Consiglio di Cooperazione
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