L’intersoggettività: il bisogno dell’altro
L’intersoggettività può essere intesa come una condivisione di stati, emozioni tra più persone. Un’intersoggettività non basata su una condizione di parità e che non sia gratificante, può suscitare nell’individuo il bisogno di vicinanza e calore o di validazione e riconoscimento della soggettività.
Soltanto un’esperienza basata sull’intersoggettività sicura può lenire il dolore e curare le ferite. Essa rappresenta uno spazio di ascolto e d’incontro Io-Tu, dove il paziente e il terapeuta possono cooperare in modo paritario al fine di raggiungere un obiettivo comune: l’aumento di consapevolezza e il benessere della persona. Essenziale però è che l’ascoltatore – in questo caso il terapeuta – sia in grado di far sentire protetto e al sicuro il suo paziente. Caratteristica primaria in ogni rapporto di inter-relazione è l’empatia.
L’intersoggettività come ricchezza
Nel testo Relazioni ferite. Prendersi cura delle sofferenze nel rapporto Io-Tu, Maria Luisa Verlato e Maura Anfossi, psicologhe e psicoterapeute, concordano sul pensiero dello psicologo Carl Rogers, sostenendo che, nel rapporto tra il terapeuta e il paziente, il primo non deve mai partire dal pensiero “Io voglio aiutarti”, ma da “Io voglio capirti”. Solo così si realizzerà il fine dell’incontro.
Il processo terapeutico si può dire positivo quando avviene l’intersoggettività:
Essa prende forma nel momento in cui l’incontro tra due persone permette di partecipare alla storia dell’altro o di crearne una insieme
scrivono le autrici.
Lo stesso Rogers sottolinea le condizioni necessarie che il terapeuta deve tenere presente al fine di accrescere, durante l’incontro, l’umanità di chi vi è coinvolto.
Le tre condizioni necessarie al terapeuta
Le condizioni necessarie, sottolineate da Rogers, che il terapeuta deve tenere presente sono principalmente tre. Innanzitutto, per accrescere l’umanità di chi è coinvolto, bisogna avere una posizione esistenziale di apertura e contatto autentico in primis con se stesso; dimostrare comprensione empatica con l’altro e mostrare disponibilità con l’altro, accogliendolo e non giudicandolo.
Affinché ci sia un vero dialogo e incontro, è necessario che nella relazione Io-Tu, l’Io sia pienamente altro da Tu. Tale posizione supporta una concezione più dialogica della terapia.
Per approfondire il tema leggi anche “Tecniche di relazione per l’intersoggettività“.
RELAZIONI FERITE
Prendersi cura delle sofferenze nel rapporto Io-Tu
di Maria Luisa Verlato – Maura Anfossi
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